La frizzante sessione settembrina di Sonika Poietika si è conclusa sabato sera a Campobasso con i concerti di artisti e formazioni selezionati per le ultime Targhe Tenco, dinanzi un pubblico curioso e attento. Più di qualcuno, purtroppo, è rimasto fuori a causa della ridotta capienza dell’auditorium del Palazzo Gil, causata dalle misure anti Covid, unico elemento negativo di un festival che ha soddisfatto i tanti che hanno voluto essere presenti. Ma il viaggio nella musica d’autore e verso il Sud possibile ha avuto inizio dalla serata con la seguitissima presentazione del libro di Carmine Aymone su Pino Daniele “Yes I know…”, durante la quale lo scrittore e giornalista partnopeo accompagnato da Letizia Bognanni ha ripercorso ambienti, fatti, aneddoti legati all’artista che più di altri ha incarnato una Napoli diversa, ferita ma allo stesso tempo viva, facendola diventare la capitale musicale del nostro Paese, insieme ai musicisti che hanno accompagnato la sua carriera, i suoi concerti, i suoi dischi. E se Pino Daniele ha raccontato Napoli, è toccato alla campobassana Liana Marino narrare e cantare le “Partenze” (il titolo del suo nuovo album per Isola Tobia Label) e gli arrivi, i ritorni e le ri – partenze, caratteristica comune a tanti giovani molisani. Dotata di tecnica chitarristica e voce chiara e ben modulata, Liana ha messo sul palco tutta la sua “grazie ed eleganza” con il repertorio che ha contraddistinto la sua carriera (importante la collaborazione con Paolo Benevegnù), giocando perfettamente con il suo strumento. L’occasione è stata importante per farla apprezzare da un pubblico più ampio, ma è stata anche una conferma per quanti l’hanno conosciuta nel corso degli anni. L’amore e il suo contrario è stato invece il campo nel quale i Perturbazione hanno concentrato il loro show che ha concluso Sonika Poietika. Considerato come l’alfiere dell’indie-rock italiano, il gruppo piemontese ha inanellato i tanti successi di una produzione ultraventennale, da “Agosto” a “EriKa”, fino alle canzoni di “Dis-amore”, il loro ultimo disco, un viaggio dentro l’amore perché “se non riconosci le ombre non puoi capire che cos’è la luce”. Tommaso Cerasuolo, voce e frontman della band è dotato di un forte magnetismo e di una poetica nei suoi testi che trova pochi epigoni oggi. Sul palco la chitarra di Cristiano Lo Melo ha tirato fuori melodie che spesso hanno riportato all’orecchio echi del migliore Johnny Marr (the Smiths) e di Peter Buck (Rem), con uno stile tutto personale, fino ad una solida base ritmica assicurata dal basso di Alex Baracco e dalla batteria di Rossano Lo Mele. Un concerto fuori dalla ricerca sulla musica popolare e della world music che ha caratterizzato le prime tre giornate del festival, volutamente indirizzato verso un pubblico più giovane che cerca altro tipo di suoni e di sensazioni dalla musica dal vivo. Appuntamento finale con Sonika Poietika con il concerto di Teresa Salgueiro al Teatro Savoia di Campobasso in programma il prossimo 10 ottobre. Un concerto atteso che segnerà il venticinquennale di quello show intenso e passionale dei Madredeus ai tempi di “Lisbon Story” nel capoluogo regionale. Un’attesa che caratterizzerà i prossimi trenta giorni che ci separano da quello che sarà il concerto dell’anno per la nostra regione.
Riassunto ultima serata (video)
di Michele Messere
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