C’è stato un periodo, negli anni ’70, in cui noi della generazione Rock avevamo la vocazione a fare gli scongiuri quando incontravamo una targa, la numerazione di una pagina, un riferimento di qualunque genere che riportasse a un numero: 666.
In Inghilterra, il governo aveva addirittura vietato la circolazione delle macchine con targa 666, perché queste erano coinvolte in incidenti molto strani, del tipo sbandare all’improvviso e sfracellarsi contro le vetrine.
L’industria discografica produceva dischi in cui c’era spesso questo riferimento numerico (esempio fra tutti l’album 666 degli Aphrodite’s Child e Irene Papas), creandone quindi un vero e proprio mito e sfruttandone la convenienza commerciale.
C’è un motivo dietro al fatto che la musica e lo stile di vita del Rock siano costellate da sempre di zombie e ragazzacci ribelli e non ricettivi a quelle che sono le regole e le convenzioni sociali; se i modelli che questi hanno fornito ai ragazzi di ogni generazione siano così pieni di fascino e mistero perché votati alla trasgressione; se il verbo diffuso dalle Rockstar influenzi irresistibilmente i giovani tanto da condurli, a parte le abitudini e i riti quotidiani pericolosi e malsani, addirittura al suicidio.
Questo motivo si chiama Aleister Crowley “la Bestia 666”.
Molti lo considerano uno dei personaggi più importanti e influenti del ‘900. Lo ritroviamo sulla copertina del celebre album “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei Beatles (in una seconda copertina dello stesso disco, poi scartata, c’era una seconda immagine di Crowley da giovane, poi tolta perché somigliava molto a Paul McCartney), nel “Pendolo di Foucault” di Umberto Eco, nel racconto “Apocrifi sul caso Crowley” di Leonardo Sciascia, nei fumetti di Martin Mystère e Dylan Dog e in tanta letteratura e musica del secolo scorso impossibile, qui, da enumerare.
Aleister Crowley, detto Theron (dal greco “la bestia”), pseudonimo di Edward Alexander Crowley, occultista, mago, ma anche pittore, scalatore, alchimista, a soli vent’anni comincia a interessarsi di occultismo, di misticismo, di alchimia, di magia e di buddhismo. Nel 1898, si unisce alla cellula inglese dell’Ordine Ermetico Golden Dawn (una potente organizzazione esoterica che annovera membri di primo piano europeo, fra cui il premio nobel per la letteratura Yeats), che lo porterà a trascorrere un periodo in Egitto, dove compone l’opera The Book of the Law nel 1904 ed elabora la religione denominata Thélema (il termine è stato ripreso dal Gargantua di Rabelais).
Fonda l’Abbazia di Thélema nel 1920 a Cefalù, dove avvia gli adepti ai fondamenti della sua filosofia, basata essenzialmente su un assioma: “Fai ciò che vuoi sarà tutta la legge, Amore è la legge, amore sotto la volontà perché le persone libere e colte, sentono per natura un istinto ed inclinazione che li spinge ad atti virtuosi, e li tiene lontani dal vizio, inteso come religione”.
Comincia, quindi, tutta una serie di esperimenti iniziatici, basati su sesso, assunzione di droghe, recitazione di formule magiche e altri riti che creano, in breve, ribellioni e proteste nella comunità retrograda della Sicilia dell’epoca. Così, nell’aprile del 1923, Benito Mussolini lo espelle dall’Italia con la motivazione di “sospette attività antifasciste”. Aleister Crowley muore di bronchite cronica all’età di 72 anni.
Il gruppo Rock che maggiormente subisce l’influenza della “Bestia 666” è quello dei Led Zeppelin, soprattutto per il legame morboso che il chitarrista, Jimmy Page, ha con Aleister Crowley.
James Patrick Page, detto Jimmy, è uno dei chitarristi più importanti della storia del Rock. La Gibson nel 2010 lo ha indicato come il secondo miglior chitarrista di tutti i tempi, mentre la rivista Rolling Stones lo colloca al terzo posto nella lista dei 100 migliori chitarristi di tutti i tempi. È uno dei principali creatori del genere hard Rock, che oggi è diventato heavy Metal.
Page, fin dalla scuola, legge appassionatamente le opere di Crowley e conduce ricerche su di lui. Acquista, dovunque li trovi, tutti i reperti più incredibili, come cappelli, canne da passeggio, libri, manoscritti, quadri, “paraphernalia” (ossia i paramenti e gli attrezzi usati dal mago inglese durante i suoi riti).
Nel 1973 acquista una antico maniero appartenuto a Crowley sul Lago di Loch Ness, denominato “Boleskine House” e lo trasforma in un santuario dell’occultismo. Commissiona, inoltre, al satanista Charles Pace la realizzazione di decorazioni di magia rituale ed effettua sedute spiritiche con l’intento di entrare in contatto con il Maestro.
Jimmy dichiara di Therion:
«Era un poeta dell’occulto. Cercava la libertà assoluta dell’individuo attraverso i poteri della magia e del soprannaturale, cose ridimensionate con l’avvento della cristianità […]. Credo che Aleister Crowley sia il genio incompreso del XX secolo; la sua meta era la liberazione della persona, dell’entità, e diceva che le restrizioni rovinano, portano alla frustrazione, la quale a sua volta conduce alla violenza o alla pazzia. Più la nostra Era di tecnologie e alienazione va avanti, più le sue teorie sembrano manifestarsi. Il suo scopo come detto era la totale liberazione – se vuoi fare una cosa falla. Non voglio dire che sia una cosa adatta a tutti – neanche a me piacciono tutte le sue teorie – ma trovo che parecchie di esse siano rilevanti, ed è per questo che è stato attaccato e incompreso. Non voglio parlare di questo troppo a lungo […], molta gente si annoierebbe. Non voglio nemmeno far avvicinare nessuno a Crowley, non più almeno di come sono io nei confronti di che so… Charles Dickens. A un certo punto Crowley esplorò la “self-liberation”, e fu come avere un occhio puntato sul mondo…»
In seguito Jimmy ha affermato che la casa era infestata, ma non per colpa di Crowley. “Prima di lui la casa ha avuto altri due o tre proprietari”, ha detto nel 1975. “C’era anche una chiesa che era stata distrutta in un incendio con all’interno i fedeli. In quella casa sono successe tante cose strane che non c’entravano niente con Crowley. C’erano già brutte vibrazioni…”
Tra le varie testimonianze di persone vicine al gruppo c’è quella di Miss Pamela (Pamela Des Barres), una groupie di Los Angeles, che è stata legata per un anno e mezzo a Jimmy Page: «Più che altro – dice Pamela – (Jimmy) era ossessionato dall’eccentrica figura del mago inglese Aleister Crowley e stava cercando di costruirsi una collezione privata degli oggetti di Crowley».
Una volta, dopo che Page era tornato in Inghilterra, Pamela trovò un manoscritto con note originali di Crowley al Gilbert’s Bookstore in Hollywood Boulevard, e lo comprò per lui. Avendo anche lei un’ossessione per il gioco dei Tarocchi, Pamela era attirata dall’argomento. «Ero veramente interessata a tutto quel mondo», racconta «Credo che Jimmy fosse decisamente coinvolto in pratiche di magia nera e che probabilmente facesse un sacco di rituali, con candele, sangue di pipistrello e tutto il resto. Credo che facesse proprio cose del genere. E, ovviamente, la diceria che avevo sentito da sempre era che tutti loro avevano fatto un patto con il diavolo – Satana, i Poteri Neri, chiamatelo come volete – affinché i Led Zeppelin conseguissero un gigantesco successo. Il solo che non voleva starci era John Paul Jones. Semplicemente non voleva farlo. Non so da dove venisse quella voce, ma era quello che si diceva» (cfr. S. Davis, Led Zeppelin: il martello degli dèi, Arcana Editrice, Padova 1995, pagg. 74-75).
Come conseguenza di tutto questo navigare nei mondi occulti e anche per l’ossessione e la morbosità di Jimmy per il Mago, ben presto, col crescere della fama e del successo dei Led Zeppelin, si manifestano eventi nefasti, con una serie di morti sospette nell’entourage del gruppo:
«Nel 1976, il socio dei Led, Keith Harwood, morì in circostanze misteriose; Keith Relf, ex membro degli Yardbirds, che formarono poi il nucleo dei Led Zeppelin, si suicidò; la moglie dell’amministratore di tournée, Richard Cole, perse la vita anche lei. Nel 1977, un bambino di cinque anni, Karac, figlio di Robert Plant, contrasse un’infezione virale mentre il gruppo era in tournée in America e morì […]. Nel ’79, Philip Hale, un fotografo amico di Jimmy Page, morì in una villa di Page dopo aver ingerito una quantità eccessiva di morfina, cocaina e alcool; nel 1980, in un’altra ancora delle ville di Page, John Bonham incontrò la sua fine prematura. Graham Bond, uno dei migliori organisti di R&B in Inghilterra, sentì anch’egli una forte attrazione per Aleister Crowley (per un certo periodo Bond era stato cantante di un gruppo chiamato “Magick”). Negli anni ’70, lo scarso successo incontrato parve sommarsi alla sfortunata convinzione che lo ossessionava di essere il figlio illegittimo di Crowley. Nel 1974, quest’illusione prese il sopravvento nella sua mente malata e il giovane si uccise gettandosi sotto un treno mentre “era in uno stato di estremo squilibrio mentale”» (G. Herman, Rock’n’Roll Babylon, pag. 367).
Una parentesi a parte merita la tragica morte di John “Bonzo” Bonham (il suo nomignolo era “The Beast” – La bestia) batterista rispettato e stimato da tutto il mondo del Rock.
Nell’immaginario collettivo, “Bozo” potrebbe rappresentare la perfetta materializzazione del Dr. Jekyll e Mr. Hide, in quanto a casa è un padre e marito esemplare, ma in tour si sfonda di alcool e droghe e distrugge le camere d’albergo con furia incontrollabile. Questi, il 25 settembre del 1980, si reca a Windsor, nella villa di Jimmy Page (la casa di campagna Old Mill House), dopo aver ingerito un’enorme quantità di alcool (pare l’equivalente di 40 shot di vodka) e viene portato in una stanza perché riposi, ma il mattino seguente viene trovato morto, soffocato dal suo vomito. Ha solo 32 anni.
Alcuni fan, appostati intorno alla casa la notte in cui Bohnam muore, raccontano di aver assistito a uno scenario surreale, un frastuono assordate d’uccelli fa da contorno a una densa nube nera che si erge sopra la dimora.
Pochi giorni dopo i Led Zeppelin annunciano lo scioglimento del gruppo.
Nel settembre del 1980 l’Evening News esce con un articolo intitolato “La magia nera dei Led Zeppelin”, in cui si attribuisce tutta la responsabilità degli avvenimenti alla vicinanza di Jimmy Page al Satanismo. Tra le righe, quest’articolo recita: «Robert Plant e tutti quelli che sono vicini al gruppo sono convinti che le pratiche di magia nera di Jimmy Page siano la causa della morte di Bonham e delle altre tragedie. […] I tre membri rimasti dei Led Zeppelin, ora, saranno un po’ spaventati al pensiero di ciò che potrebbe accadere la prossima volta».
Per quanto concerne la musica, i primi tre album degli Zeppelin avevano titoli semplici: Led Zeppelin, II, III.
Già in merito a Led Zeppelin III, per l’etichetta Atlantic 1970, Page, in un’intervista fattagli da Peter Frame, deve rispondere della presenza di una strana frase incisa sul vinile nello spazio vuoto tra l’ultima track e l’etichetta centrale. La frase è: “Do what thou wilt, so mete it be” (“Fà ciò che vuoi, così potrai essere”), il famoso quid centrale della dottrina di Aleister Crowley. Page risponde che voleva dare un tocco esoterico all’album, ma del resto, non era un segreto per nessuno che gli Zep, nonostante il grande talento avrebbero venduto l’anima al diavolo in cambio del successo (Faust o Robert Johnson?).
Il quarto LP della band, nel ’71, quello che li porta definitivamente al successo (facendoli anche accettare finalmente dalla critica), diventa l’opera più misteriosa e piena di significati esoterici del gruppo. Sulla copertina non è stampata una sola una parola e non ci sono neanche i nomi dei componenti, causando molta confusione fra stampa pubblico e Atlantic Records. Sulla copertina ci sono solo quattro simboli, uno per ogni componente. Quello di Jimmy è un simbolo che si potrebbe leggere “Zoso”, per cui alcuni chiamano il disco “Led Zeppelin IV”, altri “Zoso”, altri ancora semplicemente “IV”.
In un’intervista con Pete Frame, Page chiarisce il significato dei simboli presenti sulla copertina del disco:
«Prima di concludere, ritorniamo al quarto album. Penso che nessuno abbia mai cercato di scoprire il significato di quei simboli che racchiudono il titolo. Vuoi parlarci di quei… quei caratteri runici islandesi, o cos’altro sono? Risposta di Page: “Non sono islandesi, quello è un equivoco che circola, e solo i due di mezzo sono realmente caratteri runici. Accadde che ciascuno di noi si scelse un simbolo e tutti insieme andarono a costituire il titolo del disco. Robert disegnò il suo: la piuma, simbolo base di tutte le filosofie con un retaggio molto interessante… ad esempio rappresenta il coraggio, per le tribù pellerossa. Il simbolo di John Paul Jones, il secondo da sinistra, è tratto da un libro sulle rune, rappresenta la fiducia e l’abilità (infatti è difficile da disegnare con precisione). Quello di John Bonham è tratto dallo stesso libro (i tre cerchi). Il mio simbolo l’ho disegnato io stesso, ma molti l’hanno confuso con la parola “zoso”, e negli States c’è stato chi ha messo in giro la voce che il titolo dell’ellepì era “zoso”, il che fu un peccato perché non si doveva supporre che fosse una parola completa, ma qualcosa del tutto differente… e con un differente significato”».
In realtà il simbolo “ZoSo” è presente in molti testi. Lo ritroviamo in un vecchio manoscritto “Le Dragon Rouge” (1521), in una raccolta di antichi simboli usati per fare patti col diavolo “Histoire de la Magie” di François Ribadeau Dumas, “La Magia” di Maurice Bouisson, “Polvere d’Inferno tra i «caratteri magici» per siglare un patto col demonio” di Peter Kolosimo, in una pagina de “Le Triple Vocabulaire Infernal” (1844), di Frinellan, e infine in quella di Pier Carpi (1940-2000) dal titolo “I Maestri Segreti” che in calce reca la dicitura «Alfabeto magico per la stesura di un patto col diavolo».
La copertina ha immagini molto simboliche all’interno e all’esterno. Sulla parte frontale
c’è un contadino con dei fasci di legna sulle spalle che simboleggia la carta del Dieci di Bastoni degli Arcani Minori dei Tarocchi. La cover interna mostra l’immagine dell’Eremita dei Tarocchi (alcuni ipotizzano che il volto di questo sia addirittura quello di Aleister Crowley), sicuramente simile a quello delle carte utilizzate dal Maestro Therion.
Ennesima singolarità di quest’album è la presenza su “Stairway to Heaven”, forse il pezzo più celebre della storia del Rock, di backmasking, parole che si ascoltano nitidamente mandando il disco al contrario.
La frase in questione dice: “Here’s to my sweet Satan / The one whose little path would make me sad, whose power is Satan / He will give those with him 666 / There was a little toolshed where he made us suffer, sad Satan.”
(«Oh ecco il mio dolce Satana, [la cui] unica piccola via non mi renderà triste, il cui potere è Satana… egli darà a quelli con lui il 666… c’era un piccolo spogliatoio in cui ci ha fatto soffrire, triste Satana.»
Frasi simili, registrate a rovescio sui dischi con la tecnica definita backmasking le troviamo in una moltitudine di dischi famosissimi, come anche i richiami alla dottrina del Maestro Therion – Aleister Crowley, da parte dei più importanti rappresentanti del Rock di tutti i tempi, ma il discorso è troppo ampio e merita, sicuramente, una trattazione più approfondita in un prossimo articolo.
Per il momento, ho preferito fornire degli spunti di riflessione e, per gli appassionati, di approfondimento (le fonti sono innumerevoli). Già solo per le vicende dei Led Zeppelin o per la biografia di Aleister Crowley, occorrerebbe scrivere almeno dieci tomi, ma, non essendo possibile per questioni di spazio, spero di aver eccitato la vostra curiosità: in fondo l’argomento è intrigante, come sono stuzzicanti i racconti di Faust o Dorian Gray che inducono alla riflessione su ciò che di più profondo e recondito alloggia nella profondità del nostro animo.
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