I Doors!! Chi non ha amato i Doors? Le danze sciamaniche di Jim Morrison sul palco, il suono di Ray Manzareck, Robby Krieger e John Densmore, il ritmo incalzante di Roadhouse Blues, L. A. Woman, Light My Fire, Riders On the Storm, etc…….
Jim, lo sciamano dai pantaloni di pelle lucida e dal petto nudo, soprannominato “Re Lucertola” e paragonato a Dioniso, divinità del delirio e della liberazione dei sensi, che spesso cantava di spalle facendo finta di suonare l’armonica, altre volte provocando i poliziotti dei servizi d’ordine, altre ancora assumendo pose sinuose e provocanti tali da evocare atti sessuali.
… e poi il finale dei concerti con il brano più famoso della band, The End (…L’assassino si svegliò prima dell’alba / Si infilò gli stivali / E prese un volto dalla galleria degli avi / E camminò lungo il corridoio / E arrivò a una porta / E guardò dentro / «Padre?» / «Sì, figlio?» / «Voglio ucciderti.» / «Madre… voglio… fotterti»).
Chi è in realtà Jim Morrison? Oliver Stone ne ha delineato un ritratto molto realistico nel film The Doors, del 1991, interpretato dagli attori Val Kilmer e Meg Ryan.
Il lungometraggio inizia con un avvenimento traumatico della sua infanzia. Jim, a quattro anni, in viaggio con i genitori e i nonni, assiste a un tragico incidente. Un camion ha investito alcuni indiani che giacciono in fin di vita sul bordo dell’autostrada in un lago di sangue. Suo padre s’informa dai presenti se abbiano chiamato i soccorsi e si allontana dal luogo dell’incidente. Jim, traumatizzato, protesta, ma viene convinto dai genitori che quel fatto è stato soltanto un sogno. La vicenda, comunque, segna tutta la sua vita, perché Jim asserirà sempre che lo spirito di due indiani è entrato nella sua mente, infatti avverte continuamente una presenza sciamanica dentro di sé.
Jim ricorda in seguito…
“Io avrò avuto quattro o cinque anni e non so se avevo mai visto un film e improvvisamente c’erano tutti questi pellerossa e erano stesi per tutta la strada e sanguinavano a morte. Io ero solo un bambino, e mi hanno fatto stare nella macchina mentre mio padre e mio nonno sono tornati indietro a vedere. Non vedevo niente – tutto quello che ho visto è stato uno strano colore rosso e gente intorno, ma sapevo che qualcosa stava succedendo perché percepivo le vibrazioni della gente intorno a me perché erano i miei parenti e li conoscevo bene, e tutto d’un colpo capii che loro non avevano idea di quello che stava succedendo più di quanto ne avessi io. Quella fu la prima volta in cui ho sperimentato la paura, l’anima dei fantasmi di quegli indiani morti – forse uno o due di loro – che erano proprio lì intorno fluttuando e mi arrivarono nell’anima e io ero lì come una spugna, pronto a stare fermo e ad assorbirli…. non è una storia di fantasmi, è qualcosa che per me ha un significato profondo”.
Dalla canzone Peace Frog: “…Indiani sparpagliati sull’autostrada dell’alba, sanguinanti
una folla di fantasmi nella mente fragile a guscio del bambino…”
Dalla canzone Dawn’s Highway: “Me and my mother and father / And a grandmother and a grandfather / Were driving through the desert / At dawn, and a truck load of Indian workers / Had either hit another car, or just / I don’t know what happened / But there were Indians scattered / All over the highway, bleeding to death…”
Ray Manzarek, tastierista dei Doors, per comprendere come questo episodio abbia influenzato profondamente la vita di Jim, ricordando Morrison assersce: “Non era un musicista. Non era un attore. Non era un uomo di spettacolo. Era uno sciamano. Era posseduto“. In precedenza, ha dichiarato: “la nostra musica è proprio come una cerimonia tribale, e Jim è lo sciamano“.
Jim Morrison nella sua adolescenza legge morbosamente e si appassiona dapprima ai poeti della Beat Generation come Ferlinghetti e Allen Ginsberg, non tralasciando Jack Kerouac, poi trae definitivamente ispirazione da William Blake, Arthur Rimbaud e Charles Baudelaire, i poeti maledetti, e da Friedrich Nietzsche.
Il padre sogna per lui una carriera militare, ma Jim, nel ’64, intraprende gli studi di cinematografia presso la UCLA- School of Theater, Film and Television e chiude con i suoi familiari, che non vedrà mai più (il padre, l’ammiraglio Morrison, solo dieci anni dopo la sua morte ammetterà talenti straordinari nel figlio).
Nel 1965, insieme al suo amico Ray Manzarek, a Venice Beach, decide di dar vita alla band “The Doors”, che prende il nome dal celebre libro di Aldous Huxley, “Le porte della percezione”.
Nei primi tempi, per farsi conosce suonano dappertutto, anche ai matrimoni, ma Jim si vergogna e prende l’abitudine di cantare dando le spalle al pubblico, con la scusa di suonare l’armonica.
Nel 1966 cominciano a suonare in club importanti come il «London Fog» e il «Whiskey-a-Go-Go», dove vengono scoperti dal direttore artistico dell’etichetta Elektra. In pochi giorni registrano un disco portentoso che, nel marzo del 1967, conquista la hit-parade americana.
Jim Morrison, così, sulla scia dei poeti maledetti, diviene maledetto a sua volta, simbolo della ribellione giovanile degli anni sessanta, teso a fomentare la folla e a istigare disordini; avvezzo all’uso di droghe e alcool, accumula condanne per oscenità, che hanno un ruolo rilevante nei concerti dei Doors. Morrison è il primo artista ad essere arrestato sul palco.
Nel dicembre del 1967, al Dinner Key Auditorium di Miami, si azzuffa con un poliziotto che lo ha sorpreso a fare sesso con una ragazza nel bagno del backstage. Quando sale sul palco, Jim racconta il fatto al microfono, causando una sommossa popolare, in cui pare mostri i genitali al pubblico, e viene arrestato per atti osceni. Comunque, riescono a far cadere l’accusa per assenza di prove.
Alcuni mesi dopo, Jim, stanco e stressato dalla frenetica attività della band, ma anche preoccupato dalla voce che un’associazione chiamata “Club 27” desse la caccia ai divi del rock (J 27, hanno tutti il nome che inizia con “J”) per ucciderli facendo apparire la cosa come suicidio, decide di lasciare la band e raggiungere la sua compagna Pamela Courson a Parigi.
La storia del “Club 27” è stata fatta emergere da giornalisti e servizi segreti. Pare che l’obiettivo di uccidere i “maledetti del rock” sia dovuto alla forza sovversiva dei messaggi contenuti nelle loro canzoni, che fomentano le persone mettendole contro il potere dei governi.
Alcuni testimoniano che un agente segreto della CIA, Jack Ryan (sembra che la figlia ventisettenne avesse perso la vita in un concerto rock), abbia ucciso, simulandone il suicidio, Bryan Jones dei Rolling Stones, Janis Joplin e Jimi Hendrix (hanno tutti 27 anni). Jim Morrison, come testimoniato dal batterista dei Doors, John Desmore, è inquieto e preoccupato e afferma di voler simulare la propria morte e sparire; ha anche mostrato ai suoi compagni, un anno prima, dei depliant turistici delle isole Seychelles dicendo: «Non sarebbe un luogo perfetto per fuggire, mentre tutti pensano che sei morto?».
Il 3 luglio del 1971, nel suo appartamento di rue de Beautreillis, Jim s’immerge nella vasca da bagno mentre la sua ragazza Pamela dorme. Svegliatasi alle 4 del mattino, questa lo trova privo di vita, immerso nell’acqua. Un medico locale, Max Vasille (chiamato da Pamela con notevole ritardo è l’unico, oltre a lei, a vedere il corpo di Jim), ispeziona sbrigativamente il cadavere e ne dichiara la morte a causa di un arresto cardiaco dovuto ad abuso di droga e alcool, oltretutto il nome di questo medico non compare nel referto di morte. Avviene tutto molto velocemente: la polizia francese si rifiuta di effettuare l’autopsia sul corpo della celebre rockstar americana; la cassa di zinco viene chiusa in fretta ed è negata la visione della salma al manager della band, Bill Siddons, che giunge dagli Stati Uniti solo tre giorni dopo perché avvertito in ritardo; in cinque lo accompagnano al cimitero di “Père Lachaise” (lì sono sepolti alcuni tra i personaggi più amati da Jim: Oscar Wilde, Charles Baudelaire, Frédéric Chopin, Edith Piaf) dove lo tumulano in fretta e furia il 7 luglio. L’annuncio della morte è dato solo sei giorni dopo.
A seguito dei fatti sopra narrati emergono almeno quattro ipotesi più evidenti:
- la prima è che sia morto per un abuso di droghe e alcool.
- La seconda è esposta nel libro di Sam Bernett “The End – Jim Morrison”, dove questi asserisce che Jim sia morto di overdose nel bagno di un locale di Parigi, il Rock ‘n Roll Circus, dopo aver sniffato una dose massiccia di eroina, e, per evitare uno scandalo, sia stato portato nella vasca da bagno dell’appartamento di rue de Beautreillis con l’aiuto di Pamela, unica testimone della sua morte ed erede di tutta la sua fortuna.
- La terza è data da varie testimonianze che affermano che Jim sia ancora vivo. Jacques Rochard, nel suo libro “Jim Morrison Vivo!”, sostiene di aver intervistato la rockstar negli anni 80 e di aver curato la pubblicazione delle sue poesie. Anche Ray Manzarek (morto nel 2013), in un’intervista del 7 luglio 2008 al Daily Mail (il giorno dell’anniversario della sepoltura), asserisce di sapere che Jim è vivo e risiede lontano da occhi indiscreti, forte anche del fatto che nessuno abbia mai visto il suo cadavere. Un cassiere della Bank of America di San Francisco, rivela di aver ricevuto la visita di una persona che lui riconosce come Jim Morrison, che vede spesso nel periodo dopo la morte, per il trasferimento di un bonifico bancario. Nel 2011 pare venga visto tra la folla in un festival musicale a New York.
- La quarta ipotesi, forse la più affascinante, è la comparsa sulla scena del cantante pop Barry Manilow nel ’73. Questi appare dal nulla, una sera, a Las Vegas durante un concerto di Bette Midler. Si siede al piano e comincia a suonare e cantare, attirando l’attenzione del pubblico. Nessuno l’ha mai visto né sentito nominare e non risulta avere un passato. Ha la stessa corporatura e altezza di Jim Morrison (1,82 m.), è nato lo stesso giorno, ma, cosa sconcertante, molte perizie dimostrano anche lo stesso spettro sonoro (misurato strumentalmente) della voce, quindi una compatibilità vocale del 100% tra il re Lucertola ed il cantante pop. Una delle sue canzoni più famose è Mandy, composta dopo la morte di Pamela, avvenuta per overdose nel ’74, che sembrerebbe l’abbreviazione di Me and You.
- Si diffondono molte voci sul fatto che Jim, aiutato dal padre ammiraglio, abbia contattato la C.I.A. e si sia messo d’accordo per uscire di scena, alla sola condizione di continuare a suonare, ma in modo non riconducibile alla sua identità. E qui entra in scena Barry Manilow, non appena Jim ha completato le varie operazioni di chirurgia plastica per cambiare sembianze. Intanto un giornalista free lance,Billy Window, riceve un pacco con le prove degli interventi chirurgici, il cd di Barry Manilow con la canzone Mandy e un numero che identifica un carcere e una persona: Jack Ryan, che aveva raccontato al suo compagno di cella (il galeotto che ha spedito il pacco) di essere un infiltrato della CIA. Lo stesso pregiudicato, più tardi, riferirà al giornalista di aver visto su un giornale la foto di Jack Ryan accanto a Barry Manilow.
In coda al cd c’è una strana intervista a un fonico che, ridendo, spiega come per la registrazione della canzone “Mandy” ci siano stati problemi a causa di un difetto di pronuncia molto simile a quello di Jim Morrison cosicché, da quel momento, tutti lo chiamano Jim.
Intanto, ancora oggi, frotte di fan, almeno cento al giorno, si recano sulla tomba di Jim Morrison a Parigi, dove i genitori, in tempi recenti hanno fatto incidere un’iscrizione alquanto emblematica: “ΚΑΤΑ ΤΟΝ ΔΑΙΜΟΝΑ ΕΑΥΤΟΥ” – “Sotto il segno del suo demone”. Questo epitaffio ha contribuito enormemente ad alimentare le voci sul mistero della morte di Jim. L’aforisma è legato a Thelema e ad Aleister Crowley (guarda caso l’influenza di Crowley nel rock è onnipresente), elementi esoterici che suggeriscono la passione di Jim per le realtà non visibili e per la Bestia 666. Sul retro di copertina dell’album “13”, infatti, i Doors sono seduti intorno a Jim Morrison, il quale regge tra le mani il busto di Aleister Crowley.
Un anno prima della sua morte, nel 1970 Jim, sposa Patricia, una giornalista, con rito Wicca; nella cerimonia cosmica, ma anche satanica, i due bevono sangue umano da una coppa.
Un altro aspetto importante dell’universo di Jim Morrison è rappresentato dallo sciamanesimo, e ciò è reso evidente dal suo legame con Carlos Castaneda, autore di diversi libri sullo sciamano Yaqui Don Juan. Secondo uno studioso il leader dei Doors «è indubitabilmente colui che più di ogni altro ha cercato di far penetrare la magia sciamanica all’interno del mondo rock»; i suoi concerti «erano una sorta di rappresentazione tribale o di cerimonia sciamanica in cui, dopo aver creato un’atmosfera evocativa, Morrison, come in stato di trance medianico, recitava il ruolo del posseduto mandando letteralmente fuori di testa il suo uditorio».
Naturalmente, quando si affrontano le biografie dei miti, c’è sempre un alone di mistero intorno alle loro esternazioni e alle loro abitudini, alle loro vite e alle morti. Non è dato mai sapere quanto influisca la mitomania e quanta, infine, sia la realtà oggettiva. Sicuramente sono figure che si prestano a rappresentazioni letterarie e fantastiche, vuoi per le loro mimiche celebrative, vuoi per i loro abbigliamenti eccentrici, ma soprattutto per tutto ciò di trasgressivo e inafferrabile che evocano in noi e per le atmosfere avventurose in bilico tra fantasia e realtà, tra mistero e follia, tra sogno e vanagloria. L’unica cosa certa è che ciò che rimarrà vivo in eterno sarà l’”opera” che hanno trasmesso a milioni di persone in tutto il pianeta e che continuerà ad influenzare anche le future generazioni per la forza penetrante di un pensiero e di un’energia indistruttibili.
… e così Light My Fire, The End, Riders on The Storm, L. A. Woman, Break On Through, People Are Strange, Roadhouse Blues, When The Music’s Over, Love Street e The Crystal Ship continueranno a suonare anche dopo millenni dalla nostra dipartita, ricordando al mondo che Jim Morrison e tutti gli EROI, che hanno trasmesso “la grande energia” mutando la consapevolezza di molteplici generazioni, non moriranno mai.
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