Sabato 10 settembre 1993, Festa nazionale de l’Unità. Una lunga maratona di gruppi irlandesi, preceduta dai nostrani Modena City Ramblers e proseguita con Saw Doctors e Cranberries. E poi lui, che ci ha regalato un concerto galvanizzante, un caloroso e appassionato inno al blues-rock. Ciò che abbiamo visto e ascoltato ricorda da molto vicino il doppio live “A night in San Francisco”. Lo accompagna una vera e propria superband, che ospita l’altro grande vecchio del blues inglese, Georgie Fame all’ organo Hammond, e un manipolo di musicisti affiatati. Una vera rhythm’n’blues review, completa di fiati, cori, percussioni, che alla fine offre una grande lezione di musica dal vivo, attraverso le mille sfumature delle musiche di derivazione nero-americana, dal blues al rock’n’roll al soul. Si passa da “Blue Suede Shoes” a “It’s a Man’s Man’s Man’s World”, Ruvido e tagliente come al solito, guida la sua band con imperiosi cenni della mano, decide a sorpresa gli stacchi, i silenzi, le impennate fulminee, decide chi deve lanciarsi in solo, incita gli altri, li sfida a impossibili crescendo, e lui stesso ogni tanto imbraccia la chitarra, suona l’ armonica a bocca o il sassofono. Ma soprattutto canta, e canta come un demonio, come un invasato, tralasciando quasi sempre le linee melodiche convenzionali e preferendo digressioni furenti e imprevedibili. La sua è una continua variazione sul tema, il che impedisce che queste musiche in qualche modo classiche, perdano la loro palpitante vitalità. A volte porta la band quasi al sussurro sonoro, su cui bisbiglia vocalizzi fumosi, e subito dopo la porta al parossismo con tutti gli elementi del gruppo al massimo della loro potenza. L’attacco, ormai quasi una sigla, è con “Did Ye Get Healed?”. Subito dopo rispolvera un vecchio soul-gospel scritto da Ray Charles, “I Believe In My Soul”; poi propone “I’m Not Feeling It Anymore”, “You Make Me Feel So Free”, “Tupelo Honey”, “Moondance”, e sono tutte occasioni per lunghe improvvisazioni. Sembra quasi una festa, dove i musicisti si divertono e la folla segue stordita questa esplosione di vitalità. Lo show termina con “I’ll Take Care Of You”, “Lonely Avenue”, riempiendo la notte di calore.
Rientrando in albergo abbiamo avuto una grande sorpresa: sorseggiare e dialogare con alcuni membri della band. Ma di Van, purtroppo, nessuna traccia.
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