Chi degli amanti del Cinema e del teatro non conosce Edoardo Siravo?
Beh, credo tutti ma, non tutti conoscono l’ Edoardo interiore. L’Edoardo che distingue l’amore dalla passione, la verità dalla finzione artistica, la poesia dalla magia delle parole in essa contenute, la voglia di essere ed uscire dall’oblio nel soffermarsi dinanzi ad un piatto di tagliatelle al tartufo molisano ed, indicarne la sola via d’uscita : mangiarle !
- “ Essere o non essere, non può essere un dilemma ! Se sia più nobile accettare di vederle fumanti su di un tavolo da trattoria o, mangiarle ovunque, anche in un bistrot della stazione Termini?
“ Dilemma ? Ma quando mai ! – Non esitiamo e così, tutto diventa incredibilmente passionale, arguto, tutto Molisano.
Molisano, si, Molisano verace.
Edoardo nasce il 12 aprile 1955 a Roma da famiglia Molisana di Roccaravindola.
Attore, Regista Teatrale e doppiatore, ha recitato in tutti i teatri Italiani mettendo in scena ben oltre 150 spettacoli . Ha iniziato e lavorato nel cinema ed in televisione. La sua voce ha doppiato i più grandi attori al Mondo.
Da aiuto regista a Giancarlo Sbragia, a regista di spettacoli teatrali che han fatto il giro dell’Italia intera nel segno della qualità, della bellezza , della perfezione.
Nell’opera lirica ha inventato la regia scenica iniziando dal Macbeth di Giuseppe Verdi, alla sino alla collaborazione con la Filarmonica di Torino, alla Tosca nell’opera al laghetto in quel di Venafro con la direzione dell’Orchestra assegnata al maestro Claudio Luongo. La sua voce narrante ha fatto gola a molti, partendo dal grande maestro Gabriele Bonolis, investendo egli del ruolo più importante, quello della narrazione dei suoi concerti.
Vince il premio Flaiano nel 2017, grazie all’interpretazione magistrale nel ruolo del compositore Alessio Cicognini, nel film dal titolo “ Un’avventura romantica” regia di Davide Cavuoti, spesso suo compagno di viaggio negli spettacoli teatro-musicali.
Per moltissimi anni, ha ricoperto cattedre nelle varie Accademie d’Arte Drammatica e nei Conservatori Teatrali.
- Nel doppiaggio ha una marcia in più di ogni altro e da sempre presta la sua voce a Gerard Depardieu, Cristopher Reeve, Michael Keaton, Jeremy Irons, Kurt Russell, John Freda, Kevin Pollak, Kevin Costner, Bruce Greenwood, solo per citarne alcuni.
Direttore di Festival in lungo e largo della penisola, fonda la Compagnia Teatrale Molise Spettacoli, in onore alla terra dal legame indissolubile e mai sottaciuto. Questa indissolubilità lo premia nel divenir nominato Direttore Artistico per il Teatro Savoia di Campobasso, piccolo gioiello e vanto dell’Italia culturale.
Nel 2018 viene riconosciuto come miglior attore nell’interpretazione dei brani di Ovidio nell’ambito della rassegna nell’anno Ovidiano “ Lectura Oviddi.
Presidente della prestigiosissima “ Fondazione Niccolò Piccolomini “ per l’Accademia d’Arte Drammatica, è esponente di spicco dell’ “Accademia dei Sepolti “ .
La sua carriera costellata di premi e riconoscimenti tra cui il Premio Spoltore Ensemble come migliore attore per lo spettacolo teatrale “ Aspettando Godot “, non si ferma da decenni e spazia in ogni campo con grande successo tanto che, nel 2019 interpreta il ruolo dell’imperatore Tiberio, nel film documentario “ Lectura Oviddi “ di Davide Cavuti.
Ma il presente è noto a tutti. Edoardo è cambiato nell’aspetto ed oggi mostra tutte le sue erculee forze in barba ai suoi oltre 110 kg ben nascosti dalla voce possente e dai vestiti un tantino extralarge.
Si, il presente ma, il passato? Perché ricordarlo per il passato?
Un passato fatto di rotocalchi, film, serie televisive, teatro e tante, tante donne……
Beh, che dire…. Un personaggio, piuttosto belloccio, voce profonda ed inconfondibile, sensuale e magistralmente modulata, un personaggio da film come Mosca Addio nel 1987, Arrivederci e Grazie nel 1988, Viaggi di Nozze nel 1995, regia di Carlo Verdone, L’ultimo Re nel 2009, anno zero nel 2010, per seguire con , Un’avventura romantica, Amore tra le rovine, Un’insolita vendemmia, Preghiera; sino a serie tv quali La famiglia Ricordi, Linda ed il Brigadiere, Distretto di Polizia, Il Commissario Rex, Provaci ancora prof!, Il maresciallo Rocca, Un anno in Toscana, Ho sposato un calciatore e, per la gioia di tutte le donne, dal 1999 al 2007, con la soap opera “ Vivere “.
Vivere, la soap opera , entrata nelle case di milioni di telespettatori, che ha visto l’allora Edoardo Siravo interpretare il burbero, ma decisamente affascinante, Commissario Leoni. Una storia lunga 8 anni che lo ha visto primeggiare tra le copertine dei rotocalchi e nell’elenco degli attori più desiderati.
- E, li il destino è fato ed il fato è amore, passione, dolore, vizio e sregolatezza.
Mai affetto da protagonismo ma, da quella malattia che è il fidanzamento, Edoardo manifesta la sua debolezza e,” lancina “ cuori nell’ irrompere nel jet-set dall’amore proibito.
Conosce una donna bellissima, attrice di fama anch’ella, Anna Teresa Rossini, dalla quale nascerà un’altra stella del teatro, Silvia, ma resiste alla tentazione e, resta l’eterno fidanzato d’Italia.
Il rapporto si interrompe ma, l’amicizia e l’amore per la figlia fanno si che Edoardo e Anna Teresa ancora siano in splenditi rapporti. La vita da attore, soprattutto da star del piccolo schermo, dove tutti sanno di tutti e dove l’attore diventa mito ed il mito è il figlio, fratello, padre di ogni singolo telespettatore, porta Edoardo alla ribalta e, la sua notorietà lo rende ancora più “ambito” in ambito televisivo e teatrale.
Da un palcoscenico all’altro incontra l’attrice Vanessa Gravina, circa 20 anni più giovane, già attrice matura, professionista di grande spessore, grande interprete teatrale.
Calcano le scene ed a centinaia sono li spettacoli che li vede primeggiare.
L’impegno costante ad essere fidanzato per sempre lo porta a sregolatezza e saggia sedentarietà “ politica “ tanto da usare il telefono come un utensile e l’auto come una semplice comodità per passare da una sedia all’altra servendosi dei suoi sedili, pensandoli come poltrone con le marce.
Sornione e mai decisionista, vivace ma mai agile nel combattimento del vivere la città, è sempre assorto in un limbo che lo trattiene da essere paranormale ed anormale per saggia volontà di spingersi sempre meno, verso una resa alla mobilità sostenibile.
Un gran casino che detta legge nella sua mente “dimenticante “ ma decisamente “ errante “ che lo porta ad essere un pacifico attore da salotto senza tempo e senza orologio.
- Grido alla scandalo ? No, è solo una considerazione di un amico che vedendolo sempre fuori dalla normali acque adatte a chi non sa nuotare, lo vorrebbe proprio così com’è, senza cambiarne una virgola tranne quella dello scapolo perenne, di quello che ama, di quello che sa amare ma, per sola debolezza, si rende inadatto a sopravalutare le donne tanto che al complimentarsi per la bravura della figlia è capace di risponderti : “ Sarà brava ma mai quanto me “. Chiaramente tutti sanno che mente e, per amore dell’arte, lo si “arrende alla domanda” annuendo con il semplice gesto del capo chino.
In tal caso dimostra tutta la sua vera identità. Uomo timido, ozioso, scontroso quanto basta, professionale sempre e, con il difetto di tutti gli oziosi e, per giunta molisani, Il cibo…..
Ingenuo quanto basta, ride dei suoi pseudo difetti , tanto da farsene vanto, sino a poi porre l’asso di danari su un tavolo e vincere la scommessa di una partita iniziata male : la poesia…..
La poesia che tanto dona splendore e rigenera vite ormai perse, cancella i suoi peccati e lo porta dritto in Paradiso.
“ L’anima è dura a morire “ afferma soddisfatto di un – bravissimo – pervenuto alle orecchie e lanciato dal pubblico, per altro sempre maggiormente femminile, alla fine di una poesia di Pirandello. Poi nel silenzio recita Paolo Damiani e la soave voce dirompente penetra nei cuori e mai come allora si ode – Perfezione – ed, ovazione in sala, sino ai fra…..intendimenti d’amore e li, casca l’asino…..
Una corsa all’applauso dopo l’altra e la serata come sempre, del resto, finisce sul tavolo dell’amore.
“O mio Dio che cosa si sente dire !” – Blasfemia…… Chiamatela come volete ma è il tavolo di una trattoria che tra un sapere e l’altro pure, divinamente racconta poetiche di genuino tartufo debitamente molisano, lussureggiante baccalà fritto e, non si sa mai, con il dono di una musica con una gran pizza alla romana condita di vaccinara e perché no, di buon carciofo alla Giudia.
Sapete, il cibo è l’ozio dei ricchi di spirito, l’amore di chi ama la cultura ed il bello, il vizio di chi manca di affetti corporali disattesi per la corsa alla veneranda età della sinottica perfezione dell’assoluta distesa delle membra dell’eccitazione. E’ l’orgasmo di chi mal volentieri si staccherebbe dal tavolo della passione anche se a quel tavolo, purtroppo manca il succo degli Dei poiché, ingiustamente punito dall’astemia, mai consacrata ma da sempre praticata.
- Un attore che pubblicizza il vino e, causa del suo mal piange se stesso.
Anche i grandi hanno enormi e difficili, irreparabili crepe….
Un buon maestro dal talento ineguagliabile che nasce teatrante, attore da sempre, sin dall’età di sei anni, sfronda la timidezza cercando di superar la stessa, attraverso altri personaggi, che della sua vita ne ha disposto a piacimento e ne ha fatto forziere di professionalità e rispetto per gli altri.
Un buon attore che ha primeggiato anche in film d’azione, nei cartoni animati e nella canzone d’autore con la sua voce possente e morbida allo stesso momento.
Un personaggio che non ha disdegnato la socializzazione ed il rispetto per i più deboli candidandosi alle politiche regionali del 2018.
Un padre che diversamente dal non essere marito ha inculcato, benevolmente, l’amore per un lavoro difficile e pieno di insidie ,alla propria figlia, non facendole mancare l’apporto decisivo nei momenti cruciali della vita di un’artista , prima da bimba, poi da ragazza ed adesso da donna.
- “ Mio padre direbbe che di lui ho acquisito tutti i difetti “ direbbe Silvia, grata della trasmissione della gioia ed il piacere di godere del lavoro tra i più belli al mondo. E continuerebbe, “ l’ho guardato spesso sulla scena, è un bravo attore, mai invadente, anche se con lui interpreto spesso tragedie in cui lui alla fine mi ammazza “.
Torna ogni cosa… l’amore, la passione, la poesia e la voglia di rimanere scapolo a vita poiché le donne nel bene o nel male, anche se anime più belle al mondo, sono sempre li a rimarcar che la vita non è solo un bel piatto di struggente tagliatella al tartufo.
- “Ti rinfacciano tutto , ti dicono che sei troppo ingrassato, troppo ozioso, troppo, troppo, troppo”…..
Per essere libero e poter mangiar di tutto, quindi, meglio essere eternamente fidanzato, amare le donne ma, non sposarle mai…….
- Chissà come andrà a finire la storia ? ……
Forse visti gli accadimenti in atto , dovremmo riscriverla?
Mah ! Lasciamo una porta aperta e chissà !….
“Edoardo !!! “ Una voce urla tra una tagliatella e l’altra : “ il tuo amore per le donne ? “
–“ Lo scriveremo a migliore futuro ma, lo scriveremo “ – la sua risposta.
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