Oggi ospitiamo Umberto Croppi, attuale direttore di Federculture e Presidente della Quadriennale di Roma. Approfittiamo – inizialmente -, come tra l’altro abbiamo fatto con il suo predecessore Claudio Bocci per fare un po’ di storia. Quando e perché nasce Federculture?
Federculture nasce alla metà degli anni 90, a seguito della pratica che si stava affermando nella Pubblica Amministrazione di dotarsi di “aziende”, con diverse personalità giuridiche, che consentissero una più agevole gestione del patrimonio culturale e della produzione di eventi e servizi in questo campo.
La prima esigenza cui si diede una risposta fu quella di concepire un contratto di lavoro nazionale per una categoria che aveva bisogno del riconoscimento di caratteristiche particolari, sia in termini di elasticità che di funzioni.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti: da un lato le trasformazioni normative, spesso caotiche e contraddittorie, dall’atro la crescita di consapevolezza ed esperienza, hanno fatto maturare una nuova cultura della gestione e una classe manageriale che si è formata all’interno di questo percorso.
Federculture è nata con una spinta, diciamo così, “pubblica” che certificava e amplificava la necessità di un approccio ai settori di competenza nuovo, dinamico…Come si è sviluppata l’attività?
Nel frattempo anche la base associativa e l’attività della federazione hanno registrato le trasformazioni in corso. Sono sempre di più le aziende private che aderiscono a Federculture e, oltre queste, si è avviato un processo di aggregazione di altre organizzazioni di rappresentanza settoriale: oggi alla federazione aderiscono, ad esempio, Federparchi, l’associazione delle fondazioni d’arte, l’associazione degli editori indipendenti (ADEI) e molte altre.
È questa la premessa per arrivare ad una forma di rappresentanza unitaria delle imprese culturali e creative.
Umberto Croppi e Federculture un cammino storico e, in qualche modo, parallelo?
Io partecipo alle attività associative ormai da molti anni, a lungo mi sono occupato della società di servizi di Federculture, che ha operato soprattutto nel campo della progettazione strategica e integrata.
Il pensionamento dell’amico e bravissimo Claudio Bocci, che è stato uno dei fondatori dell’associazione, ha coinciso con la decisione cambiare gli assetti organizzativi, mettendo in liquidazione la srl per portarne alcune delle funzioni direttamente in capo alla “casa madre”. Il mio incarico da direttore generale è sostanzialmente coinciso con la crisi dovuta all’emergenza sanitaria.
L’indirizzo dato dal presidente Cancellato e dal Consiglio Direttivo era quello di rafforzare l’attività di dialogo con le istituzioni, la fisionomia sindacale della federazione e implementare l’assistenza agli associati, proprio attraverso un ritorno in house della società di servizi.
Si può facilmente capire che affrontare una situazione drammatica come quella che le aziende della cultura (come tutte le altre) stanno vivendo è stato il primo terreno di verifica di questo nuovo assetto.
Sono ormai due mesi che, come mai prima, lo staff di Federculture è stato di supporto agli associati: non vi è stato giorno in cui non ci sia stata un’attività di ascolto, raccolta dati e informazioni, produzione di documenti esplicativi e, soprattutto, una elaborazione di proposte per il contenimento del danno e ricostruzione dopo l’emergenza.
Il fatto di muoversi in maniera compatta, e coordinata con le altre organizzazioni di categoria, ha avuto un grosso impatto sul governo che ha dovuto tener conto, e sta tenendo conto, delle esigenze da noi evidenziate.
La nostra Fondazione aderisce da anni oramai a Federculture ed è stata tra le firmatarie della proposta nazionale lanciata della istituzione di un fondo per la Cultura…
Il caso più vistoso è la proposta dell’istituzione di un fondo per la liquidità aperto a tutti gli operatori culturali: la proposta sostenuta da più di 3.000 firme e da tutti i rappresentanti delle istituzioni culturali italiane, insieme ad un lavoro di costruzione dei rapporti e dei presupposti tecnici svolto da Federculture, sembra aver prodotto il risultato cui tendevamo. Il ministro Franceschini ha annunciato in tutte le sedi che l’operazione è in via di definizione.
Insomma, questa dura esperienza che stiamo vivendo è stata l’occasione per mettere a punto e rodare la struttura in funzione degli obiettivi che ci eravamo dati e delle prossime impegnative scadenze.
Umberto Croppi su più fronti. Tutti immancabilmente culturali. La Quadriennale di Roma.
Si, parallelamente svolgo la funzione di una delle principali istituzioni per l’arte del nostro Paese, la Quadriennale di Roma, nel cui consiglio di amministrazione ero stato già nei quattro anni precedenti.
Rispetto alla Biennale che realizza l’esposizione internazionale e la Triennale, che ha un focus sul design, la Quadriennale fu istituita novanta anni fa con il mandato di censire e promuovere l’arte contemporanea italiana.
Nella sua lunga esistenza ha avuto momenti di splendore e altri di minore impatto. Ora, a partire dalla scorsa edizione, la Quadriennale è stata investita di un nuovo vigore e di un’accresciuta responsabilità: non solo i tre partner (Mibact, Regione Lazio e Comune di Roma) hanno confermato il proprio impegno a sostenerla per l’ordinaria amministrazione (la Quadriennale possiede e gestisce quello che si può considerare il più importante archivio dell’arte italiana del Novecento) ma hanno assicurato una base finanziaria anche per l’edizione in programma quest’anno.
In più il Mibact ha affidato all’istituzione una prestigiosa sede definitiva, in quello che fu l’Arsenale dei papi, a Porta Portese, punto centrale e nevralgico che consentirà anche di svolgere un’attività costante di esposizione e laboratorio.
Di fronte ad una stagione così impegnativa lo staff della Quadriennale, non si è fermato un solo giorno, anche durante il lockdown, e tutto il lavoro di preparazione della prossima mostra è proseguito, pur nelle difficoltà del momento.
Questo ci ha consentito di poter dare l’annuncio che la diciassettesima edizione della Quadriennale d’Arte si svolgerà, come previsto, nel Palazzo delle Esposizioni, a partire dal prossimo mese di ottobre.
Grazie.
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