Bagnerò il tuo ricordo con l’acqua dolce del fiume
e da ogni pugno seminerò i tuoi versi nel grembo della madre terra.
Con il tuo coraggio per salvare una parte dell’Amazzonia
come la tua vita stessa.
Quito, 18 aprile 2020
Il vento resuscita la tua memoria sulle sponde dell’Alto Nangaritza dell’Amazzonia ecuadoriana, riapre i sentieri che hai segnato tra le valli e le montagne, glorifica i discorsi e le confidenze a casa del tuo amico Naekta. E la rivelazione del primo pilche di chicha masticata da bere, il benvenuto al nuovo membro della famiglia Shuar che oggi ti ricorda con l’avvento della luna nuova.
In tua assenza, ho letto di te ed eccomi qui: sto scrivendo queste righe e distillando dall’essenza dei versi la tua memoria. Ho acceso una candela di copal in modo che il tuo spirito vitale viaggi con profumi e balsami risanatori sulla via del ritorno alla dimora dei tuoi antenati.
Ti scrivo questa lettera tessendo fili nello spiraglio della vita ancora legata al tuo spirito disincarnato che ti ha condotto in Ecuador e ti ha guidato nella comunità che ti ha accolto e che ora non esiste più.
Ho scoperto la tua opera che in Amazzonia vive nel canto degli uccelli e nella nostalgia degli uomini. Ho riconosciuto quella radce ancestrale alla quale fosti sempre devoto. Nel sussurro dei saggi protettori è sorto il mistero del tuo incontro con la foresta e le sue creature millenarie. Ti vedo innalzarti come lancia a difesa della vita di chi si ama e si rispetta. Forse eri un giaguaro oppure un orso che proteggeva le terre dei nostri antenati dall’attacco di una civilizzazione che si stava incistando già prima della tua comparsa.
Al tempo del tuo intransigente amore giovanile per gli Shuar, hai ritratto la vita dell’Amazzonia, con le sue specificità territoriali ed etniche, considerando quelle terre ubertose un patrimonio inestimabile per la generazione della vita sulla terra. Lo testimonia il fatto che ci sono voluti così tanti anni per portare a compimento l’opera che ti ha conferito successo e fama nel mondo della letteratura contemporanea: Il vecchio che leggeva romanzi d’amore.
La tua opera riconobbe negli uomini e nelle donne shuar il potere che i cacciatori e i pescatori esercitavano nei loro domini e territori, i riti primigeni e le cerimonie ancestrali che conservavano ancora i guerrieri riduttori di teste umane e che li conducevano a vagare senza sosta nelle battaglie, per fuggire dalle calamità verso nuove terre abitabili, in un contesto che già registrava la devastazione dell’ecosistema e la conseguente distruzione delle vite degli indigeni.
L’amore per l’Amazzonia e gli Shuar ti ha condotto a rifiutare e resistere contro la crescente invasione di quelle terre, infondendo nella tua opera la saggezza necessaria per proteggere la vita dell’umanità, insieme al ricordo di quei giorni trascorsi tra le storie quotidiane della nostra gente, immersi nel sentimento di comunione collettiva, tra gli sguardi e i silenzi, tra le risate e l’allegria, in mezzo alle luci azzurre dei cocuyos che invitavano all’abbraccio di un amore che non ha mai smesso di vivere da quel primo incontro.
Ma tu non ci ha mai lasciato. Ci accompagni e ci sostieni ancora oggi, con la forza della tua critica contro tutte le politiche di sfruttamento che aggrediscono i popoli e le comunità in ogni parte della terra.
Mi dispiace e il mio cuore ti ringrazia per i tuoi buoni passi in difesa delle nostre terre amazzoniche. Per te, il mio amore e la gratitudine degli Shuar.
Traduzione dallo spagnolo di Mari Correa e Luigi Fabio Mastropietro
María Clara Sharupi Jua è una poetessa e scrittrice nata e cresciuta a Morona Santiago, nella foresta amazzonica ecuadoriana. Attualmente vive e lavora a Quito.
La lingua madre di María Clara è lo shuar-chicham, lingua custodita dagli Shuar, un popolo antichissimo che vive nella foresta amazzonica da migliaia di anni, ancora prima della comunità Incas.Il lavoro di María Clara Sharupi è stato pubblicato in numerose riviste letterarie e diverse antologie, fra cui Amanece en nuestras vidas, la prima raccolta di poesie di scrittrici indigene ecuadoriane, e Collar de Historias y Lunas, un’antologia che raccoglie i lavori di poetesse provenienti da tutta l’America Latina. Nel 2019 ha pubblicato la raccolta Tarimiat, scritta in shuar, spagnolo ed inglese.
Il suo impegno nell’attività di difesa della causa degli Shuar non si esaurisce nell’ambito della poesia, ma la vede protagonista in diverse iniziative politiche e sociali in difesa delle minoranze, degli operai e delle donne.
Ha fatto parte di un team di traduttori professionisti Shuar che hanno curato la traduzione ufficiale della costituzione ecuadoriana dallo spagnolo allo Shuar Chicham. È membro del World Poetry Movement ed ha partecipato al primo Incontro Internazionale di scrittrici indigene.
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