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i fantasmi
scrivono con la polvere
parole quasi sempre invisibili
ma scrivono e pure con molta fantasia
sono fantasmi
entrano ed escono
escono ed entrano
ci infastidiscono
eppure sono di compagnia
giocano con i nostri incubi migliori
giocano con i nostri sogni peggiori
sempre stringono fili misteriosi
trame impastate di paura e oscurità
però
nella certezza della luce
che per contratto illumina
arrivano fino al mattino
quando più che il caffè
è il cornetto con la crema
a ricacciali nel loro ridicolo
insieme a quel conto di svolazzi
dei soliti scherzi da prete
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azione 1 – il porcospino
Le città si svuotano in fretta. Basta una giornata speciale. Un tentativo per attivare un qualche conto alla rovescia, come nel cervello di uno Stranamore senza amore e perfino senza il giusto cervello. Sono città dove, fino a due minuti fa, ci si avvolgeva di mille spunti di felicità, dove si incrociavano le gioie, queste tante, le parole dello scorrere del tempo, le folgori di questo tempo di solo un istante fa. Ora non più, siamo alla cancellazione del tempo, che ci comprime e ci toglie il respiro, siamo alla guerra contro il grande nulla, quello che ci pone la difficoltà di parlare con gli altri, di respirarci l’uno del respiro dell’altro, di fonderci in un grande abbraccio amorevole e solidale. Siamo finiti in un immenso deserto che non ci restituisce al silenzio, un superlativo silenzio, che stringe e stringe e imprigiona, come fossimo tutti compressi in un vestito sempre troppo stretto, aderente come una seconda pelle, che brucia e infinito sconvolge.
azione 2 – il rondone
Ho varie nature nel mio gioco del vivere. Costruito di molteplici origini e dunque di sfavillanti parti di pensiero e di cuore. Arrivo da questo nostro sempre mortificato Molise, dunque spirito del Sannio, gioco di guerre e di ruderi della grandezza a pochi metri da casa, ma anche mi ritrovo il segno di una Sicilia, che soffia di profumi e caldo da renderti infuocato solo avvicinandola con il più semplice dei pensieri. Dunque una parte araba ed un’altra normanna, un mix da cocktail, uno straordinario miscuglio di eventi e storie, che giungono da un Mediterraneo, che un tempo era centro esatto del mondo, sviluppo e civiltà e che oggi è diventato il cimitero delle speranze, il gorgo oscuro dove finiscono per soccombere i sogni e mille e mille aspettative di futuro. Un passaggio dalla luce al buio dei tempi, dove ogni giorno ci allontaniamo dalle onde che dovrebbero essere la nostra salvezza e che invece stanno diventando il più sporco segno di disumana ferocia, dove l’uomo si veste a fiera, ma senza la correttezza della fiera, che ha bisogno di prede per la sua stessa sopravvivenza, nel rispetto della migliore e democratica legge della Natura.
azione 3 – il ghepardo
Solo poco prima della prigionia per la salvezza del mondo, Flint è stato a San Salvo. Con lui il fido altro comandante, Dario il Vichingo del Campo della Pietra, che ha dimestichezza immensa con le armi di quella roba assai strana che chiamiamo ”comunicazione”. Siamo andati a trovare i nostri splendidi amici di Civico Zero, che solcano i nostri pericolosissimi mari e monti e strade a bordo di un camper, si, di una di quelle piccole case mobili, che viaggiano dappertutto, offrendoti il giusto riparo nelle soste terapeutiche o semplicemente in una pausa del viaggio. È Civico Zero, non per una valenza negativa, ma semplicemente perché non si può dare un numero ad una dimora che di fatto li meriterebbe tutti, perché è tutti i numeri civici, nessuno di più, neanche di meno, tutti. Qui, fino a ieri, ma sicuramente domani, si corre per trasportare Cultura, così dicono, Pierluigi e Davide, che sono i muratori in questo progetto visionario. Gente che pensa che ci siano tanti altri in attesa, laggiù o lassù, in certe piazze vicine e pure lontane, dove ci si avvia a edificare cose con le carte fotografiche oppure solo e semplicemente con le visioni che ognuno in fondo possiede. Loro avevano un sogno, che faceva il paio con tanti altri sogni, sogni che si raccontano e consegnano le visioni di un tempo che si evolve, dandoci sempre più cose buone e assolutamente giuste. Strade che si aprono e si chiudono solo il tempo per riaprirsi, lampi di ripartenze, in direzione di un riempirsi di sempre nuove prospettive, di linee di futuro, di sospensioni, di voli, di spazi che avvolgono e si dilatano, infiniti e supremi. E noi, qui, lì, ovunque, nei sensi di tutti i giochi a renderci migliori, perfino di più.
azione 4 – il pescespada
Per che cosa dovremmo fabbricare armi, se non per una buna giornata di lavoro? Piaccia o non piaccia siamo chiamati a dotarci di una qualche procedura di sicurezza. Le nostre sono strade complesse, intricate, difficili da cogliere nel pieno di una semplice prospettiva. Abbiamo bisogno, vitale bisogno, di dominare ogni condotta ed ogni istinto, perciò abbiamo inventato gli “strizzacervelli”, una di quelle categorie che, se devii, ti riportano nel solco della normalità. Un fume è fiume se si muove nel suo ordine, se straripa diventa altro, soprattutto pericolo e disastro. In questo ordine ci muoviamo tutti ordinatamente, ognuno con il suo cartellino identificativo, ognuno nel suo passo, ma nella sintonia degli altri. Tutto è calcolato, perfino le piccole azioni di ribellione, che sono assolutamente previste, guardate a vista, represse e ricondizionate.
azione 5 – l’elefante
Siamo giunti sulla cima della Montagna delle Meditazioni. Un luogo audace, così a picco sul mare delle nostre convinzioni, assai stimolante, per le direzioni che da qui si possono spiegare, mentre si avviano verso altri posti, in altre spedizioni, ma anche fortemente disposto e predisposto a Dio, nel segno di Domineddio, come di un Creatore, diciamo subito Altissimo, Ente ed Essere autenticamente Supremo, Primo Punto di Sviluppo, progetto accurato di Padreterno, Signore nella Potenza e nella gestione della divinità. Un soffio che è Gran Respiro, Luce sopraffina, che tocca, sfiora, conduce di vita e di azioni, nella direzione degli elementi, nei cuori umani, che battono all’unisono per la salvezza di una umanità, che quasi sicuramente non ne è meritevole. Ma è tutto contemplato nel percorso progettuale. Che poi diventa questa persona eccezionale, che avvolge e stringe e costruisce, una sorta di superlativo supereroe, che riesce dove gli altri stentano,dove arrancano, dove finiscono sempre per rinunciare. Di un Dio che diventa idolo e mito e va dichiarandosi tale e molto in abbondanza. Tecnicamente assai in abbondanza.
azione 6 – il pesce di scoglio
Quando sono tra gli scogli guardo al di là della riva, con l’attenzione di un uomo che vuol vedere gli atomi, che vuole scoprire fin delle minime cose, curioso e interessato ad ogni forma di città, ogni perimetro di sguardo, nella candidatura di avvicinare tute le facciate delle case, le forme dei monumenti, le curve delle strade, i parchi, gli alberi, i fiori ai balconi, le insegne dei negozi, la stazione dei treni, tutto. Mi dico che finché c’è luce e visione è possibile coltivare questo mio minuscolo passatempo, che può essere attivo soltanto finché le acque me lo permettono, riuscendo finora a filtrare lo sguardo nella purezza di un’onda speciale, depurata dalle rocce e dalle nuvole, liberandomi da ogni prigionia, specialmente da questo morbo, che, nella volontà del dominio, ci perseguita e ci colpisce sicuramente a tradimento.
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dicono
forse esistono oggetti immortali
anche concetti di forma umana
sicuramente personali
hanno costruzioni millenarie
persone
individui che non sanno dove andare
così sostano nelle caverne dell’immortalità
fermi
immobili
che nel tempo diventano senza tempo
di certo lo è un mio melo
forse anche un albero di mandole amare
certamente una strada piena di buche
non conosce da secoli adeguata manutenzione
strada mal frequentata
di natura infingarda
infida
traditrice
ché oggi scoppia di rara soddisfazione
arrivando a godere di oltre mille pneumatici
scaricati a man bassa
notturnamente
nella breve storia dell’automobile
strada difficile da cogliere
perfino inutile per ogni innovativo gipiesse
che però ha incassato il miglior plauso
riconoscenza eterna dei gommisti
dunque immortale
di loro e nessun altro imperitura benefattrice
patrona essenziale e senza fine
dei loro infiniti superlativi cambi gomme
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