Dopo edicole e librerie abbiamo deciso di dare una “occhiata” alla condizione del cinema e del cinema d’essai in particolare intervistando Maurizio di Ioia, presidente dell’associazione “La Grande Illusione” che da anni gestisce la sala Alphaville di Campobasso, garantendo una programmazione impegnata e di qualità.
GC-da quando esiste l’associazione La grande Illusione e da quando lei ricopre la carica di presidente?
MdI-L’associazione è stata fondata nel 1989 e dunque lo scorso anno abbiamo celebrato il trentennale, io ricopro la carica di Presidente dal 1998.
GC-da quando gestisce la sala Alphaville e quanti posti ha?
MdI-L’Alphaville è attivo dal 2002, ha una capienza di 90 posti ed è parte del Palazzo della cultura ex-ONMI, di proprietà del Comune di Campobasso.
GC-Che tipo di programmazione si effettua all’Alphaville e per quanti giorni alla settimana?
MdI-La nostra programmazione è rigorosamente d’essai, di prima visione e proiettiamo tre spettacoli al giorno per tre giorni alla settimana, al Sabato, Domenica e Lunedì. Di solito la nostra stagione va da metà Settembre a metà Maggio, dopodiché chiudiamo per una lunga pausa estiva, un po’ perché in Italia c’è da sempre un importante calo di presenze durante la stagione calda e anche perché – e di conseguenza – le case di distribuzione cinematografica riducono significativamente le uscite di nuovi titoli.
GC-Quante sono le sale d’essai in provincia di Campobasso ed in provincia di Isernia?
MdI-Mi scuso in anticipo per eventuali omissioni ma credo di poter dire che l’Alphaville è l’unica sala in regione con una programmazione regolare esclusivamente d’essai. Mi risulta, ad esempio, che il cinema K di Casacalenda attui una programmazione di questo tipo ma non sono certo che la frequenza sia particolarmente regolare. In altri termini di sicuro vengono programmate rassegne di grande interesse e livello qualitativo eccellente in quella sede ma, per quanto ne so, non c’è una programmazione settimanale sistematica. Per quanto riguarda gli altri monosala in regione (il cinema parrocchiale Oddo a Termoli, il Teatro Italo-Argentino ad Agnone , il Lumiere a Isernia) programmano anche cinema commerciale per comprensibili motivazioni economiche.
GC-Quale è la situazione economica di queste sale e come si differenzia rispetto ai multisala?
MdI-I monosala sono da molto tempo in difficoltà per evidenti svantaggi rispetto ai multisala/multiplex; non possono programmare diversi titoli contemporaneamente e dunque propongono una offerta più povera all’utenza, non sono in grado di garantire le teniture lunghe che spesso sono richieste dalle distribuzioni, hanno maggiore difficoltà nel reperimento delle risorse finanziarie necessarie all’aggiornamento tecnologico degli impianti e infine hanno scarso appeal e dunque ridotta capacità contrattuale coi fornitori. Non stupisce dunque che negli ultimi dieci anni o giù di lì quasi 800 monosala abbiano issato bandiera bianca in Italia.
GC-Com’è in termini numerici l’affluenza nelle sale dove si predilige la programmazione artistica e di qualità;
MdI-Parlo solo per noi: scarsa, ovviamente. Nonostante l’accessibilità facilitata dalla posizione in pieno centro cittadino, i bassi costi del biglietto e le agevolazioni (per studenti Unimol, iscritti all’Università della terza età, e Cral di alcuni Enti pubblici) è fisiologico che una proposta impegnativa dal punto di vista culturale incontri resistenze. Viviamo in un’era in cui la semplificazione e la leggerezza battono senza appello l’approfondimento e la concentrazione…
GC-la vostra situazione si differenzia di molto da quella delle altre regioni?
MdI-Non ho dati specifici ma non credo che la situazione sia molto diversa altrove. Il nostro è un problema squisitamente demografico alla fine dei conti: se ipotizziamo che un solo abitante su mille sia interessato al cinema d’essai, ecco che nel nostro bacino di utenza possiamo contare solo su 80/100 spettatori a titolo, se invece operassimo – che so – a Roma, avremmo 3500 potenziali utenti. L’unica nota positiva è che gli 80 di cui sopra sono fedelissimi e costituiscono la vera e unica motivazione che ci fa andare avanti.
GC-Cosa si potrebbe fare a suo parere per rilanciare l’attività del cinema impegnato e di qualità?
MdI-Operiamo al meglio delle nostre limitate possibilità e, francamente, non credo si possa fare granché contro “l’esprit du temps” . Riceviamo spesso sollecitazioni da autoproclamati esperti di marketing relative all’incremento della pubblicità delle nostre attività ma al di là dei costi di una campagna pubblicitaria che vanificherebbero l’incremento di presenze, siamo già sufficientemente presenti sui social media oltre che sui siti specializzati di informazione cinematografica e facciamo anche delle affissioni mirate, tanto in sede quanto presso altri luoghi di interesse culturale. Che il problema non sia quello, poi, è reso evidente dal fatto che quando programmiamo un titolo “forte” perché più atteso dal pubblico riempiamo la sala senza problemi e senza alcuna variazione della strategia pubblicitaria. In definitiva, dunque, non parlerei di rilancio quanto piuttosto di sostegno alle nostre attività.
GC-Cosa intende per “sostegno”?
MdI-Supporto economico, banalmente. Si sostengono sistematicamente e giustamente, – aggiungo – il teatro e la musica classica, è tempo che il cinema d’essai riceva lo stesso trattamento.
GC-Quali sono a suo parere gli enti preposti ad intervenire e in che modo?
MdI-Comune e Regione, naturalmente. Il primo perché la sala insiste sul territorio comunale e nello specifico in centro città, area già desertificata da anni di scellerate politiche volte a trasferire il centro di gravità economica verso i centri commerciali e poi la Regione, semplicemente perché è giusto così. Tanto che altrove esistono specifiche leggi regionali.
GC-Esiste in Molise una legge sul cinema?
E’ un’affermazione? Confesso di non avere le idee chiare in proposito. Nel corso degli anni il cinema viene menzionato in diverse leggi sulla cultura ma per quanto mi risulta ad oggi non esiste una legge specifica di intervento. La Legge regionale nr.5 del 12-1-2000 , ad esempio , menziona fra le attività culturali da supportare anche il cinema ma sempre sulla base di una programmazione di eventi e non già di sostegno continuativo a chi come noi promuove una programmazione regolare. La ratio della legge e degli interventi in materia culturale in questa Regione è chiara: prediligere gli eventi una tantum che danno visibilità all’amministratore di turno e rientrino nella politica stile “panem et circenses”, ben più pagante sul piano del consenso.
GC-Ha in corso interlocuzioni utili che facciano ben sperare?
MdI-Come si dice, la speranza è l’ultima a morire. Nel caso specifico ha già un piede nella fossa. Che posso dire, ci stiamo provando naturalmente, ma quello che sperimentiamo al momento è il vero significato dell’espressione “vox clamantis in deserto”. Stiamo tentando di sollecitare attraverso l’interesse di alcuni consiglieri regionali illuminati, la redazione di una vera legge regionale sul cinema che comprenda, inoltre, anche una seria Film Commission, naturale volano di sviluppo per un territorio depresso come il nostro. Staremo a vedere.
Senza farci troppe (grandi) illusioni.
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